La Proposta Formativa

I CRITERI DELLA NOSTRA PROGETTAZIONE

A proposito dei criteri di progettazione possiamo affermare che il progetto più aperto e flessibile è ovviamente quello costruito a posteriori, poiché in tal caso esso è rispettoso dell’esperienza realmente vissuta, degli interessi reali del bambino, delle sue modalità effettive di apprendimento e della capacità dell’insegnante di introdurre arricchimenti formativi e novità stimolanti.

Per questo, sarà accordata particolare attenzione ai seguenti momenti dell’azione:

  • All’osservazione del bambino;
  • Alla costruzione della relazione come primo contenuto d’apprendimento;
  • Al valore dell’esperienza come incontro con qualcosa che genera attrattiva e come presa di coscienza del proprio essere dentro l’impegno con la vita;
  • Alla realtà nel suo aspetto di quotidianità vissuta e di concretezza incontrata;
  • Alla organizzazione di spazi e tempi come costruzione di quel “curriculum implicito” che sostiene lo sviluppo dell’esperienza;
  • Al ruolo dell’adulto come co-protagonista dell’esperienza, capace di sostenere, lasciare benevolmente in pace il bambino e stimolarlo a proseguire il cammino;
  • Alla memoria di ciò che accade nel tempo e al lavoro di trasformazione della realtà che il bambino compie come espressione del suo introdursi in essa, secondo la ricchezza di forme, di metodi e di linguaggi propri della persona;
  • Alla documentazione come prima forma di garanzia della criticità dell’esperienza e della sua traducibilità in termini di cultura pedagogica;
  • Alla valutazione come momento di espressione della valenza educativa dell’esperienza scolastica e di orientamento per la progettazione.

I CRITERI DI SCELTA DEI CONTENUTI

I criteri di scelta dei contenuti fanno riferimento a questi elementi:

  • Realismo come adesione alle esigenze dell’oggetto (contenuto d’esperienza, avvenimento, situazione, gioco, relazione…) e del soggetto (modalità tipiche di apprendimento e stile di vita, cultura, interessi, …);
  • Essenzialità come capacità dell’adulto di scegliere tra tutti i possibili percorsi, tra tutte le possibili risposte quella che focalizza l’attenzione sulla questione fondamentale, sull’utilità ai fini della crescita di quel preciso bambino;
  • Concretezza che non riguarda tanto l’aspetto formale, apparente della proposta, ma rappresenta la capacità che essa ha di invitare l’IO del bambino ad intraprendere liberamente un’azione sulla realtà, ad impegnarsi con essa per verificare e scoprire il suo significato;
  • Semplicità intesa come riduzione della complessità del reale nel rispetto della sua verità;
  • Capacità evocativa di bellezza e di verità per chiamare il bambino ad un cammino di crescita che senza stupore diventerebbe o una forma di adeguamento passivo ad una richiesta estranea al soggetto o una costrizione subita;
  • Apertura alla totalità: la proposta come impegno su di un particolare deve aiutare il bambino ad imparare un atteggiamento utile per affrontare tutte le circostanze della vita;
  • Organicità: la proposta deve contenere una dinamica evolutiva ordinata e unitaria per evitare la frammentazione dell’esperienza e la sua “infantilizzazione”, cioè la sua riduzione a evento circoscritto ad un ambito limitato (età e contesto), del tutto estraneo con il resto della vita e dell’esperienza del bambino.